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L’educazione secondo Edward Bach
Se ben compresa, non vi è probabilmente opportunità più grande
offerta all'uomo: essere l'agente della nascita fisica di un'anima ed
avere la guida della giovane personalità durante i primi anni della sua
esistenza terrena.
La mancanza di individualità (cioè il fatto di permettere ad influenze
estranee di agire sulla personalità, impedendole così di conformarsi
alle esigenze dell'Io Superiore) è di importanza capitale nello sviluppo
delle malattie, e siccome ciò avviene sovente molto presto nella vita,
analizziamo la relazione reale esistente tra genitore e figlio, tra
maestro e alunno. Il compito dei genitori è essenzialmente il privilegio
(ed in verità si dovrebbe considerare un privilegio divino) di
permettere ad un' anima di entrare in contatto col mondo al fine di
evolversi. Se ben compresa, non vi è probabilmente opportunità più
grande offerta all'uomo: essere l'agente della nascita fisica di
un'anima ed avere la guida della giovane personalità durante i primi
anni della sua esistenza terrena. I genitori devono sforzarsi di dare un
orientamento spirituale, mentale e fisico al nuovo venuto senza tuttavia
scordare che quel piccolo è un' anima individuale venuta qui per
acquisire esperienza e conoscenza lungo il suo cammino, secondo le
direttive del suo Io Superiore, e lasciargli spazio libero per
svilupparsi senza ostacoli. Il compito dei genitori è un servizio divino
e deve essere rispettato quanto e forse più di ogni altra funzione da
svolgere alla quale potremmo essere chiamati. Essendo un dovere che
richiede sacrificio, non si deve mai pretendere una ricompensa da parte
del figlio, poiché tale compito consiste unicamente nel dare, e nel dare
solo amore, protezione ed appoggio fino a quando L’anima non prende
sotto la sua guida la giovane personalità. Si dovrebbe fin dall'inizio
insegnare al ragazzo l'indipendenza, l'individualità e la libertà ed
incitarlo sempre ad agire ed a pensare da solo. Il controllo paterno
dovrebbe cedere progressivamente a misura che si sviluppa nel figlio la
capacità di dirigersi da solo, ed in seguito nessuna soggezione o falsa
idea del dovere verso i genitori dovrebbero ostacolare le direttive
dell'animo dei ragazzi. La paternità è un ruolo che nella vita passa
dall'uno all'altro uomo e consiste essenzialmente nel dare aiuto e
protezione per un breve periodo, dopo il quale conviene abbandonare ogni
sforzo e lasciare l'oggetto delle proprie attenzioni libero di avanzare
da solo. Ricordiamoci che il piccolo uomo di cui noi possiamo diventare
tutori temporanei può essere un'anima più vecchia e più elevata di noi,
e spiritualmente esserci superiore, di modo che sorveglianza e
protezione dovrebbero limitarsi ai bisogni della giovane personalità. La
paternità è un dovere sacro, di carattere temporaneo, vigente in ogni
generazione. Non implica se non il servire e non richiede in cambio
alcun obbligo da parte del ragazzo che deve potersi sviluppare
liberamente seguendo la propria strada e divenire così pronto a svolgere
lo stesso ruolo entro pochi anni. Dunque il ragazzo non deve subire
alcuna restrizione, alcuna obbligazione, alcuna soggezione familiare
aspettando di poter assolvere questa missione, che fu precedentemente
affidata ai suoi genitori, accanto ad un altro. I suoi genitori
dovrebbero guardarsi particolarmente dalla tentazione di modellare la
giovane personalità secondo le proprie idee o desideri, astenersi da
ogni autorità abusiva, non esigere dei favori per l'avere compiuto un
loro dovere naturale.
Tratto da “Edward Bach, Guarire con i fiori” IPSA Editore
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